Come tutte le mattine ascolto la radio ed su Radio Deejay si parla di rumore. WOW …. Ad un certo punto, tra varie cose bizzarre e divertenti, interviene un ascoltatore che racconta di una cosa assurda: lui è un allenatore di una squadra di calcio che gioca in un campo circondato da case che sono a ridosso del terreno di gioco. Il presidente della società è stato denunciato dai vicini e condannato penalmente per disturbo della quiete pubblica e la causa principale sono le grida, il fischietto di allenatori ed arbitri etc.; l’attività è continuativa dal primo pomeriggio fino alle 22 di tutti i giorni ed al sabato e domenica le gare. I conduttori rimangono basiti e si chiedono come sia possibile, ovviamente dalla parte di chi gestisce la società sportiva la cosa sembra assurda. Ma lo è davvero?
In realtà la quiete ed il silenzio è un bene a cui tutti abbiamo diritto. Ci sono delle regole, come si conviene in ogni società civile e bisogna rispettarle. Il rumore è un fattore che può agire sulla salute delle persone ed in particolare mina il sistema nervoso; non è importante quindi soltanto il “volume” del rumore, ma anche il tipo di rumore, la frequenza ed altri fattori.
Quando il rumore è accettabile e quando invece è intollerabile?
Il disturbo da rumore ormai vanta una giurisprudenza vastissima e pluriennale; la regola consolidata è il superamento dei 3 dBA sul livello di rumore di fondo. Senza entrare nei tecnicismi, se quindi il livello di rumore in presenza di disturbo supera i 3 dBA il livello di rumore normalmente presente in un determinato ambiente in assenza di disturbo allora quel rumore è ritenuto non tollerabile e quindi non accettabile. I 3 dBA valgono indistintamente di giorno, di notte, per lunghi periodi o per brevi periodi e valgono per tutti i tipi di rapporti, anche tra privati (ad esempio non per forza una delle parti deve esercitare una attività a scopo di lucro)
Questo è generalmente il criterio usato nei contenziosi, sia civili che penali dove il quesito del giudice è quello di valutare la “normale tollerabilità al rumore”.
Cosa diversa sono i limiti di legge, più permissivi, ma che valgono per i rapporti tra privati e pubblica amministrazione. Cioè? Cioè, se io voglio aprire una attività mi viene chiesta la valutazione previsionale di impatto acustico, vale a dire la previsione di quello che sarà il rumore da me immesso nell’ambiente circostante; chiaramente dovrò rispettare dei limiti assoluti e differenziali più alti del criterio della normale tollerabilità sopra descritto. Strano, ma è così….. La legge 13/2009 ha cercato di definire meglio la normale tollerabilità, ma il campo di applicazione è circoscritto alle “specifiche sorgenti” di rumore, vale a dire s quelle sorgenti di rumore regolamentate da proprie norme specifiche (ad esempio le piste motoristiche, il rumore stradale e ferroviario, etc.); in questi casi il rumore è tollerabile quando vengono rispettate le norme specifiche. Ma negli altri casi, quando la sorgente non ha disposizioni ad hoc, allora il criterio usato è ancora quello dei 3 dBA sul rumore di fondo. A meno di pareri diversi dei giudici ……… ma io faccio il tecnico e mi limito, quando chiamato ad esprimermi nelle sedi opportune, a fare il mio lavoro e mettere dati in mano a chi poi dovrà prendere le decisioni.
Quindi è giusto o no quello che è stato fatto nei confronti del presidente della squadra di calcio? Chi vede la cosa dalla parte del servizio sociale fatto da quella attività sarà sicuramente contrario, chi invece si mette dalla parte dei disturbati (pensiamo ad un lavoratore che fa i turni di notte, ad una persona malata costretta a letto, ad un ragazzo che deve studiare, etc.) può capire le loro ragioni; del resto finchè non veniamo toccati diversamente da certe situazioni come possiamo comprenderle?
Qualcosa però si potrebbe fare per prevenire queste spiacevoli situazioni; in fase di realizzazioni di impianti, di messa in esercizio di attività rumorose, ma anche nella costruzione di zone residenziali, si potrebbe fare una seria e corretta valutazione previsionale e quindi preventivamente decidere cosa si può o non si può fare. I campi da calcio magari si faranno in zone dove i ragazzi possono gridare e dare calci ai palloni; del resto i Comuni da anni sono stati obbligati alla pianificazione urbanistica in relazione anche alla classificazione acustica del territorio comunale. Ma come sempre nel nostro bel paese le regole ci sono, ma pochi le comprendono o meglio, pochi sono disposti a rispettarle e farle rispettare.